Aboca ottiene nuova certificazione di qualità per le coltivazioni bio di Toscana e Umbria
Aboca rinnova la certificazione Biodiversity Alliance, questa volta ottenendo il punteggio massimo di 100/100. È la prima volta, dall’introduzione 5 anni fa di questa metodologia di analisi, che un’azienda raggiunge questo risultato. La certificazione Biodiversity Alliance testimonia il grado della qualità biologica dei terreni agricoli e il livello di conservazione della biodiversità.
L’attestazione rilasciata da parte di CCPB (Consorzio per il Controllo dei Prodotti Biologici, ente accreditato dal Ministero per le Politiche Agricole che da oltre 30 anni si occupa di attestazioni di aziende del settore agro-alimentare, nonché uno dei maggior enti certificatori a livello nazionale) fa seguito ad un processo di analisi che coinvolge oltre 6600 aziende. Mediamente, le imprese ottengono la certificazione con un punteggio di 79/100.
Aboca, che in passato aveva ottenuto la certificazione con ottimi risultati, si conferma un modello di rilievo assoluto nel contesto italiano ed internazionale per quanto riguarda le pratiche agricole, un esempio a livello europeo. Nel solco del Green Deal Europeo, con le comunicazioni “A Farm to Fork Strategy” e “EU Biodiversity Strategy for 2030” la Commissione Europea ha inaugurato un cammino di maggiore attenzione alla sostenibilità delle filiere agricole, ponendo come obiettivo una drastica riduzione dei pesticidi in agricoltura, una diminuzione dei fertilizzanti e un impegno per la conservazione dei nutrienti delle piante, auspicando che entro il 2030 il 25% di tutti i terreni agricoli delle aree UE sia dedicato all’agricoltura biologica.
Le analisi effettuate sui terreni di Aboca – 1700 ettari tra Toscana e Umbria condotti in regime biologico – evidenziano il pieno rispetto di questi principi e testimoniano che la qualità del suolo è addirittura migliorata nel corso del tempo, grazie a un avanzato lavoro di pianificazione, lavorazione e selezione delle colture. Segno di una gestione dei terreni non solo sostenibile, ma addirittura rigenerativa.
Lo studio compiuto da CCPB è basato sul calcolo dell’indice QBS (Qualità Biologica del Suolo) e nel 2020 ha riguardato nello specifico delle colture in Valdichiana e Valtiberina di biancospino, grindelia, altea, sorgo e melograno, piante dalle quali Aboca ricava i sistemi di sostanze vegetali utilizzati per i propri prodotti terapeutici. Analizzati per la prima volta anche terreni destinati al pascolo di suini e bovini allevati allo stato brado. Tramite accurate ispezioni e campionature dei terreni è stato rilevato un altissimo grado di biodiversità, ovvero una fauna del suolo estremamente ricca, vitale e caratterizzata da un elevato grado di adattamento.
Aboca da sempre rifiuta l’utilizzo di pesticidi e OGM e sostiene il progetto di FederBio “Cambialaterra” per informare e sensibilizzare i consumatori sui rischi dell’agricoltura convenzionale e sull’utilizzo di fertilizzanti di sintesi. Una scelta che ha una ricaduta positiva sulla salute dell’uomo e su quella dell’ambiente. L’azienda, che dal 2018 ha modificato il proprio statuto in Società Benefit, ha inoltre ricevuto la certificazione B CORP®: B Lab, l’ente internazionale deputato ad assicurare che un’azienda operi secondo i più alti standard di performance sociali e ambientali, ha riscontrato nell’attività dell’azienda toscana uno straordinario impegno per la tutela ambientale e in particolare per la valorizzazione della biodiversità.