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Clima, Coldiretti Toscana: con SOS emergenza climatica sempre più prodotti a km zero in tavola

Due toscani su tre (64%) hanno fatto la spesa almeno una volta nell’ultimo anno nei mercati contadini. Preoccupazione per gli effetti della crisi climatica in atto spingono i toscani verso prodotti a km zero e bio.

La crescente sensibilità dei toscani nei confronti delle tematiche ambientali e le preoccupazioni legate all’emergenza climatica stanno influenzando anche le loro scelte alimentari. I prodotti a km zero e biologici, considerati più salubri, sostenibili e gentili con il pianeta, si fanno sempre più spazio nel carrello della spesa: uno su cinque predilige la filiera corta (20,6%) che riduce ai minimi termini le emissioni di anidride carbonica associate ai processi di trasformazione, al trasporto e alla conservazione, il 14,5% il bio. Denominatore comune e mercati contadini e l’attenzione all’etichetta: il 34% lega l’acquisto alla lettura del label che fornisce indicazioni sull’origine e sui metodi di produzione. A rivelarlo è Coldiretti Toscana sulla base dei dati Istat sulle preoccupazioni ambientali degli italiani.

“La stretta relazione tra cibo naturale e cibo sostenibile è un parametro sempre più importante nelle motivazioni di acquisto dei toscani per i quali la prima preoccupazione, ancora prima di guerre e salute, è rappresentata dalla crisi climatica e dalle devastanti conseguenze che hanno sulla nostra vita. Alcuni dei suoi effetti li stiamo vivendo anche in queste settimane con mezza regione in emergenza costante. E’ sempre più diffusa la consapevolezza che adottare abitudini alimentari responsabili non solo ci aiuta a vivere meglio e prevenire obesità, diabete, malattie cardiovascolari, tumori ed altre patologie non trasmissibili ma contribuisce a tutelare l’ambiente, a preservare la biodiversità ed il futuro per le nuove generazioni. – spiega Letizia Cesani, Presidente Coldiretti Toscana – La spesa giusta, che consiste nell’acquisto di prodotti agricoli di filiera corta, contribuisce sensibilmente a ridurre le emissioni di gas inquinanti in atmosfera insieme a tanti altri benefici per il nostro ecosistema. Il modello alimentare di cui dobbiamo riappropriarci è quello della Dieta Mediterranea, un regime alimentare sostenibile ed equilibrato, che mette al centro i prodotti di origine agricola, stagionali e soprattutto non trasformati; un modello agli antipodi a quello dei cibi industriali che attraversano tante fasi di lavorazioni necessitano di un notevole dispendio di energia e risorse oltre a mettere in pericolo la nostra salute”.

Uno stimolo forte al consumo di prodotti agricoli locali arriva dai punti di vendita diretta in azienda e dai mercati contadini come quelli di Campagna Amica promossi da Coldiretti a cui si sono rivolti ameno una volta nell’ultimo anno il 64% dei toscani: 50 quelli che animano, ogni settimana, le piazze ed i centri di città, paesi e borghi. Un numero destinato a crescere con l’apertura nel mese di aprile del grande mercato coperto di San Frediano, storico quartiere nel cuore di Firenze. “La difesa dagli eventi estremi sempre più frequenti parte anche dalle nostre tavole. – spiega ancora la presidente Cesani – L’acquisto di prodotti agricoli locali incentiva la presenza degli agricoltori nelle aree più marginali altrimenti a rischio abbandono dove la loro opera di manutenzione e conservazione della biodiversità è fondamentale poiché attuano tutta una serie di attività di mitigazione di cui beneficia tutta la popolazione come interventi di regimazione delle acque meteoriche, la pulizia di canali e fossi alleggerendo l’impatto delle calamità sempre più frequenti”.

Un altro aspetto da non sottovalutare è quello dello spreco alimentare che l’acquisto diretto dai produttori locali contribuisce a tagliare di quasi il 70% rispetto ai sistemi alimentari tradizionali perché si deperiscono più lentamente e possono essere conservati e cucinati più giorni successivi all’acquisto.

Per diffondere la vitale relazione tra cibo, salute ed ambiente anche tra le fasce più indifese come i giovanissimi in età scolare, Coldiretti Toscana è impegnate in mille classi della regione con il progetto “Lo sviluppo sostenibile e l’educazione alimentare” che ha permesso di incontrare quasi 40 mila studenti negli ultimi due anni scolastici.  A portare il messaggio nelle aule toscane è la figura delle contadine-educatrici, imprenditrici agricole impegnate in prima persona tra i banchi e nelle visite in fattoria. Così come è altrettanto importante continuare a sensibilizzare le amministrazioni ad introdurre alimenti di filiera corta e biologici nei pasti delle mense scolastiche dove mangiano quotidianamente il 22% degli studenti e nella ristorazione pubblica rendendo obbligatorio indicare nei menu l’origine degli “ingredienti” serviti. La nostra salute e quella del pianeta parte dalla nostra bocca.

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