Valdarno, lo studio Irpet sul tessuto economico e occupazionale
Il mercato del lavoro del Valdarno nell’ultimo decennio si presenta dinamico, con una media annua di circa 24mila avviamenti. Le attività legate alla moda e all’industria alimentare mostrano andamenti positivi e ascendenti, mentre più altalenante è il flusso della metalmeccanica, che contiene al suo interno anche quella parte di lavorazioni dei metalli appartenente alla filiera della moda.
E’ quanto emerge dallo studio Irpet sul “Tessuto economico e occupazionale del Valdarno. Quadro conoscitivo di supporto”, tra i punti che la Regione si era impegnata a realizzare con il Protocollo d’Intesa del Valdarno, che è stato presentato questa mattina nella sala del Comune di Figline Incisa Valdarno alla presenza della sindaca Giulia Mugnai.
Come precisato da Valerio Fabiani, consigliere per lavoro e crisi aziendali di Eugenio Giani, la Regione ha mantenuto un altro degli impegni presi con il Protocollo. Lo studio Irpet infatti si aggiunge al canale informativo dedicato alle opportunità occupazionali nel Valdarno, l’assegnazione di contributi a datori di lavoro per sostenere l’occupazione, la riqualificazione professionale dei lavoratori attraverso voucher formativi ‘Just in Time’, i Bandi per la Formazione Continua e la riduzione del Mismatch.
“Il Valdarno, dopo la grande mobilitazione attorno alla vicenda Bekaert, continua a fare scuola”, ha dichiarato Fabiani. “Oggi sono presenti tutti, sindacati, associazioni di categoria, comuni del Valdarno fiorentino e di quello aretino, a dimostrazione che una grande vertenza e un Protocollo per la ricollocazione dei lavoratori possono essere l’occasione per ripensare e ridisegnare, oltre che gli strumenti di gestione delle vertenze, il futuro di un intero territorio”.
Tra i dati emersi dall’approfondimento Irpet, la specializzazione produttiva nel settore moda e pelletteria che unisce l’area del Valdarno superiore, che risulta tra le specializzazioni della moda più forti in Toscana.
Il Valdarno, inoltre, si caratterizza per la presenza di ‘buoni contratti di lavoro”, un tratto agganciato all’importante ruolo che gioca il settore manifatturiero nella struttura produttiva. A fronte di un 25% degli avviamenti totali nel 2022, il peso dei contratti stabili nell’industria è del 36% e corrisponde al 43% del totale dei contratti attivati da questo settore, a conferma della maggiore capacità di creare lavoro a tempo indeterminato.