Agriturismi, l’allarme: “In Toscana manca il 15% del personale stagionale”
Confagricoltura: "Lo Stato incentivi il lavoro, non solo i sussidi"
I clienti ci sono, ora mancano i lavoratori. Gli agriturismi toscani hanno inaugurato la stagione estiva e stanno cominciando ad accogliere nuovamente i turisti, anche stranieri, ma sono in cerca di personale stagionale: all’appello, secondo le stime di Confagricoltura Toscana, manca il 10-15%, circa 2000 persone tra cuochi, camerieri, addetti alle pulizie o all’accoglienza.
“Siamo in difficoltà: gli agriturismi, come le attività alberghiere e quelle di ristorazione, hanno problemi a reperire personale stagionale: probabilmente è l’effetto del reddito di cittadinanza, molti preferiscono percepire il sussidio che lavorare” commenta Marco Neri, presidente di Confagricoltura Toscana. “Servirebbero maggiori incentivi per incoraggiare i giovani al lavoro”.
Fino a due anni fa il personale stagionale qualificato e formato, per lo più locale, era molto ambito, “conteso” tra gli agriturismi, ma era reperibile. Quest’anno, forse grazie anche alla maggiore domanda in alcuni settori come la ristorazione, c’è maggior bisogno di incrementare il personale, ma gli annunci sui social, gli uffici di collocamento, e anche il passaparola hanno pochi riscontri. “A rischio sono i servizi offerti; se manca personale vengono per forza di cose ridotti”.
A risentirne sono soprattutto le strutture della costa. “Gli agriturismi di campagna possono contare sul personale utilizzato anche in inverno per i lavori di agricoltura” spiega Daniela Maccaferri, presidente Agriturist Toscana, associazione che fa capo a Confagricoltura e conta circa 400 agriturismi nella regione. “La Toscana risente meno del problema di altre regioni italiane, ma anche qui manca un po’ personale qualificato : gli stage con le scuole hanno subito un rallentamento e agli annunci di lavoro che facciamo rispondono in pochi. Il lavoro ci sarebbe, mancano i lavoratori. Ma siamo ottimisti: vogliamo lavorare e ripartire”.