Pitti Uomo 2020: le bandiere, i confini, i paesi e le culture
Il tema di questa novantasettesima edizione di Pitti Uomo vuole seguire il trend che in questi ultimi tempi sembra ossessionarci: quello della bandiera. Per meglio dire, si parla di bandiere. Nello specifico non esclusivamente appartenente alla semantica dell’appartenenza bensì alla sua estetica: “un rettangolo di stoffa nel quale si intersecano linee, colori e disegni”. Appunto, tessuti in movimento che richiamano gli abiti e il dinamismo della moda. “Pitti è come le Nazioni Unite della Moda dove ogni brand ha la propria bandiera, ma anche dove ognuno di noi può farsi bandiera di sé stesso”.
Difatti si inneggia a indipendenza e libertà (commerciale, estetica, sentimentale). Nella splendida cornice della Fortezza da Basso, si sviluppano cantieri concettuali e di tendenza intorno a determinati topic. Fa da sfondo il tema “Show Your Flags at Pitti”, andata in scena con l’art direction di Angelo Figus e col set design di Alessandro Moradei. Tra le novità di questa stagione anche le collaborazioni, come La Tokyo Knit, il knitwear d’avanguardia ad opera dell’emergente Kunihiko Morinaga fondatore di AnreaLage. Non ultimo il tema ambientale con la sezione Reflections. Al Lyceum è nata una sezione focus sui consumi e il riciclo con una serie di talk curata dalla design critic Angela Rui. Per questa edizione Andrea Caputo propone LandFlag, il cui concept è un’isola: I rifiuti in plastica prodotti in una settimana da uno studio professionale da circa seicento metri quadrati in cui lavorano sessanta persone, circondati dai materiali che possono risultare dal loro riutilizzo. Intorno a questa sorta di atollo si sviluppano i confronti e i talk. Come detto poco sopra, lo sguarda di Pitti non è stato solo nazionale, ma internazionale. Per cui gli occhi sono puntati sulla Cina, sui paesi scandinavi, sul Giappone
Va inoltre ricordato che questa edizione di Pitti Immagine Uomo benefica del contributo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e Agenzia ICE a sostegno delle fiere del Made in Italy.
Riccardo Gorone