FIRENZE – Cleo, la gatta che rischia di rimanere senza padrone
Cleo è un’affettuosa micina di sette anni che rischia di rimanere sola. L’appello disperato della padrona: «aiutatemi, adottatela»!
S. ha le lacrime agli occhi quando ci contatta. Dopo sette anni felici passati con la sua gatta, a causa della difficile situazione che sta vivendo, si dovrà separare dalla sua amata Cleo. «Aiutatemi – ci dice con la voce rotta dal pianto –, non voglio che rimanga sola. Sto cercando un persona seria, che abbia voglia di prendersi cura di Cleo e di ricevere tutta la sua dolcezza e il suo affetto».
«Purtroppo sto vivendo una situazione disperata –racconta S. –. Ho perso il lavoro, vivo in una condizione economica disperata. In Italia non sono riuscita a trovare nulla, nonostante mesi di ricerca. Poi mi è arrivata un’opportunità lavorativa dall’estero. L’imprevisto è arrivato quando la proprietaria di casa all’estero, dopo la firma del contratto, mi ha negato il consenso di portare i mici» . Già. I mici, non la micia; perché i gatti in realtà sono due. la situazione è ancora più difficile e drammatica. Oltre alla femmina, Cleo, c’è anche un maschio».
«Con tutte le procedure avviate (casa a Firenze da lasciare a breve, macchina venduta), ho dovuto quindi appellarmi all’unica alternativa plausibile: cercare uno stallo per i miei mici in attesa di cercare un’altra abitazione idonea! Non so spiegare contro quanti muri ho sbattuto. Ho sentito associazioni varie di Firenze, Livorno, Prato, pure Roma, Veneto… si professano animalisti, ma animalisti non sono perché quando sanno che la mia gatta non è più una cucciola, mostra il menefreghismo più totale. I gattili poi mi hanno trattato a pesci in faccia. “Non è un problema nostro”, mi hanno detto». E pensare che S. è pure volontaria attiva, nei gattili.
«Solo all’ultimo, un’altra volontaria mi ha messo in mano il numero di una gattara che, a pagamento, mi avrebbe tenuto i mici. A malincuore li ho dovuti lasciare lì. Pagando, naturalmente. All’estero la mia offerta lavorativa non è andata come doveva andare e i miei gatti mi mancavano terribilmente. Sono perciò tornata a Firenze. Ho così dovuto prendere in affitto una stanza in casa in condivisione e mettermi a cercare lavoro. L’idea era rimettermi in sesto, riprendere casa da sola e riprendermi i gatti. Purtroppo mi ha preso tempo trovare lavoro. Ho iniziato ora, da pochi giorni. Sabato sera, come un fulmine a ciel sereno, mi chiama la gattara per dirmi che il mio maschio “non si sente tanto bene”. Così domenica mattina sono andata a prenderlo per andare dal veterinario. Dall’ultima visita, ho trovato la metà del mio gatto, uno scheletro dal pelo arruffato e con bava alla bocca. Assente, mogio, distrutto. Agli esami del sangue transaminasi altissime e ittero. lunedì l’esito: insufficienza epatica grave, il micio è probabilmente destinato a morire nel giro di pochi giorni. A dispetto delle apparenze, delle promesse, ho appurato che la gattara è una persona crudele, che tratta i mici in condizioni disumane».
«Purtroppo per lui è troppo tardi, sta vivendo le sue ultime ore in una clinica dove stanno facendo l’impossibile per salvarlo – afferma affranta S. –. Ma adesso è la gatta è in pericolo, e non mi sento più di aspettare per portarla a casa, ho bisogno che qualcuno di fidato la porti con sé, dato che io non so quando riuscirò a stabilizzarmi con casa e lavoro. Lì è a rischio. Aiutatemi È una dolcissima gatta tigrata di sette anni, già sterilizzata, inizialmente molto paurosa ma quando prende confidenza diventa molto coccolona e affettuosa. Chiunque potesse darmi una mano, può contattarmi alla mia mail astroesirio@yahoo.it, io e Cleo gliene saremo grati a vita»