Toscani più poveri rispetto al 2007. Tengono i consumi in confronto ai dati nazionali
rete Sviluppo: i toscani spendono 59 euro in meno al mese rispetto a sei anni fa: scendono i consumi medi delle famiglie, crescono quelli per alimentari e bevande.
La crisi morde anche in Toscana e le famiglie adeguano la loro spesa alla situazione economica. Secondo l’approfondimento di reteSviluppo, spin off dell’Università di Firenze, su dati Istat, la spesa media mensile per famiglia in Toscana nel 2013 è pari a 2.567 euro, registrando una diminuzione del -2,2% rispetto al 2007.
“Dopo sei anni – commenta reteSviluppo – le famiglie spendono mediamente 59 euro in meno al mese. Da sottolineare però che la contrazione verificatasi a livello regionale è stata di dimensioni più contenute rispetto a quella nazionale, dove la riduzione mensile media è ancora superiore, pari a circa 121 euro (-4,9%)”.
L’analisi approfondita dei dati evidenzia come la Toscana abbia avuto un picco negativo nel 2009 da cui è uscita nel 2011, addirittura con valori più alti della fase pre-crisi. In Italia, al contrario, nel 2013 la media ha raggiunto un valore inferiore rispetto a quello regionale: le famiglie spendono in media 208 euro in meno al mese rispetto a quelle toscane.
L’approfondimento si concentra sui dati che riguardano la nostra regione. Alla fine del 2013 le famiglie toscane spendono 470 euro per alimentari e bevande, 7 euro in più rispetto a sei anni fa (461 euro a livello nazionale). Sono invece in diminuzione gli acquisti dei prodotti non alimentari: ben 64 euro in meno al mese rispetto al 2007. Un confronto tra la spesa per generi alimentari e bevande e generi non alimentari mostra tuttavia come questi ultimi rappresentino ancora oltre l’80% della spesa del budget familiare.
Continua ad avere un peso significativo all’interno del budget familiare la spesa per la casa che assorbe circa 1/3 delle spese complessive; positiva anche la crescita della spesa per l’istruzione (+40%). Preoccupano i dati sulla diminuzione della spesa per la salute (-4,2% rispetto al 2007), indicativi delle criticità che stanno vivendo le famiglie toscane; normalmente la salute è sempre una delle ultime voci che vengono intaccate e se la contrazione dei consumi riguarda anche questo settore significa che i toscani hanno già tagliato la maggior parte delle altre voci di spesa non alimentari.
“Questa dinamica – sottolineano i ricercatori – mostra come le famiglie toscane stiano mediamente perdendo potere d’acquisto e come stiano orientando la spesa soprattutto verso beni di prima necessità rispetto ai cosiddetti beni superiori: dal 2007 al 2013 hanno tagliato in particolare su abbigliamento e calzature (-20%), comunicazioni (-12%), trasporti (-9%), mobili, elettrodomestici e servizi per la casa (-10%), tempo libero, cultura e giochi (-7%)”.
“La contrazione dei consumi – conclude reteSviluppo – influenza inevitabilmente il trend economico generale alimentando le difficoltà della produzione e delle aziende, che a sua volta provoca l’aumento dei disoccupati e dei cassa integrati. Per intervenire su questa spirale sarebbe strategico intervenire attraverso un processo di detassazione rivolto alle famiglie, in particolare verso quelle a reddito fisso. Sembra dunque positiva la “manovra degli 80 euro al mese” portata avanti dal governo Renzi che potrebbe rilanciare la domanda interna. Sarebbero necessarie ulteriori manovre strutturali complementari capaci di incidere sul sistema fiscale e concreti investimenti per lo sviluppo economico, tecnologico e per la ricerca, fondamentali per la ripresa dell’economia e dell’occupazione. Su questo versante non si intravedono ancora interventi significativi e probabilmente saranno soltanto questi ultimi a dare un contributo decisivo per risollevare la situazione economica anche in Toscana”.