PRATO – Paolo Brosio sindaco? Partono le querele
PRATO – La Toscana, si sa, è terra fertile per gli scherzi. Prato, nel suo piccolo, è la patria della goliardia. A pochi giorni dalle elezioni Amministrative capita, quindi, di vedere affissi degli insoliti cartelloni elettorali. Non è assolutamente sfuggito ai più il manifesto che invita a votare il giornalista Paolo Brosio come sindaco di Prato per la lista Movimento Medjugorje. “Patria, famiglia e Spirito Santo” il motto che campeggia sul manifesto nel quale si intima a votare la lista perché lo afferma l’undicesimo comandamento.
Uno scherzo che decisamente non è andato giù a Brosio che, attraverso una nota del suo legale, oltre a smentire naturalmente tutto, ha annunciato di sporgere querela contro gli autori. Nella nota dell’avvocato Piergiorgio Merlo si legge che le notizie della creazione da parte di Brosio di un partito politico e comunque della sua candidatura a sindaco di Prato «sono completamente destituite di ogni fondamento». Tali notizie «sono tendenti a danneggiare l’immagine del personaggio pubblico ed a gettare discredito sul suo cammino di fede cristiana». Da qui, «vista la gravità degli episodi», l’ex giornalista de La Nazione di Pisa ha deciso di tutelare la propria immagine sporgendo querela.
Lo stesso Brosio, interpellato da Il Fatto Quotidiano, ha confermato di procedere con le azioni legali nei confronti dei responsabili. «Tutto ciò va ad infangare la mia immagine – ha spiegato -, per questo procederò coi miei avvocato. Oggi ho ricevuto una valanga di proteste di persona, via mail e telefono, di gente che mi accusa di sfruttare la fede per entrare in politica». E, poi, una stoccata: «a esser cristiano, purtroppo, oggi si rischia di essere infangati. Se fossi musulmano forse non sarebbe così».
Intervistati dal Corriere Fiorentino, i presunti autori della burla, che preferiscono rimanere anonimi, hanno spiegato che la provocazione è «uno scherzo, di satira pura, perché non ci si può più candidare davvero a questo punto. Volevamo innanzitutto denunciare, in questo modo, l’inconsistenza dei candidati alla poltrona di sindaco in città. […] È una provocazione, fatta apposta per capire anche la reazione della gente» e «forse chi vorrà dare un voto di vera protesta a Prato, il 25 maggio, potrà persino scrivere Brosio sulla scheda».