Vino, le cooperative vinicole affrontano i rincari
Marchi, presidente Confcoop Toscana sud: «Investimenti, nuove etichette e turismo enogastromico»
Qualità, contenimento dei prezzi e investimenti sul futuro. Tempo di primi bilanci per le cooperative vinicole del territorio, alle prese con i rincari e con gli effetti di un’estate molto calda. «La siccità aveva effettivamente messo in difficoltà la produzione, ma le piogge dell’ultimo periodo prima della vendemmia hanno permesso di recuperare. Complessivamente abbiamo registrato un meno 10% nella quantità del raccolto con una buona qualità dal punto di vista organolettico – così Angiolo Del Dottore, presidente della cooperativa Cantina Viticoltori Senesi Aretini spiega la situazione nel momento in cui dopo lo svinamento si sta procedendo alle operazioni di filtraggio e sfecciamento – La nota dolente è il consistente aumento del prezzo dei materiali secchi, a partire dalle bottiglie di vetro il cui rincaro si assesta intorno al 30%, insieme ai rincari prezzi dell’energia, sempre del 30%. Nonostante questo stiamo cercando di mantenere i prezzi dell’anno scorso o comunque di contenere gli aumenti». Fondata nel 1971, la cooperativa conta 235 soci conferitori i cui vigneti si estendono per 350 ettari nella provincia di Siena e di Arezzo, dove la diversità del territorio è una ricchezza che consente di migliorare il prodotto. Tra i vitigni principali Sangiovese e Canaiolo per le uve a bacca rossa, Trebbiano, Malvasia e Chardonnay per le uve bianche. Anche in questo momento difficile, la cooperativa non smette di guardare al futuro: «Dopo essere usciti con il Vermentino, per il 2023 stiamo lavorando ad un nuovo vino, un IGT SuperTuscan, un blend Sangiovese Merlot Cabernet che innalzerà ulteriormente la qualità della nostra offerta» continua Del Dottore.
Innovazione, qualità e capacità di progettazione caratterizzano anche la cooperativa ‘I vini di Maremma‘. Fondata nel 1954, conta 230 soci e terreni diffusi tra Massa Marittima e Capalbio, affacciati sia sulla costa che sull’interno. Alternano alla coltivazione di vitigni autoctoni tra cui si vede primeggiare il Vermentino e Ciliegiolo insieme al Sangiovese anche l’intera gamma dei vitigni bordolesi. In questi ultimi anni la cooperativa sta arricchendo la propria produzione affiancando nuove etichette alla già consolidata commercializzazione dello sfuso. «Fino a luglio eravamo preoccupatissimi per le temperature e per la scarsità di precipitazioni, con il conseguente rischio dell’innalzamento eccessivo della parte zuccherina che avrebbe portato a gradazioni troppo alte. Invece sono arrivate le piogge al momento giusto ed abbiamo avuto una vendemmia come quantità in media con gli anni scorsi e come qualità molto soddisfacente – commenta il presidente Massimo Tuccio – Per affrontare gli aumenti del costo dell’energia, l’anno scorso abbiamo fatto un grosso investimento installando su tutto l’edificio il fotovoltaico, in questa maniera gli unici rincari che abbiamo subito sono quelli dei materiali così siamo riusciti a contenere al 15% gli aumenti, con un impatto ancora minore sullo sfuso». Molto positivi i risultati del punto vendita a ‘Il Cristo’ a Marina di Grosseto che propone insieme al vino una serie di eccellenze enogastronomiche del territorio prodotte da altre cooperative. Dopo il Vermentino spumante ed il rosè con uve ciliegiolo, la cooperativa per il futuro conta di continuare a sviluppare nuove etichette «a partire da un Ciliegiolo Riserva che stiamo preparando per il 2023. Sostenibilità e qualità sono le nostre parole d’ordine e al riguardo abbiamo in progetto un’ulteriore riqualificazione della cantina su cui stiamo lavorando per accedere a fondi PNRR» conclude Tuccio.
Simili considerazioni dalla Vecchia Cantina di Montepulciano, che ha nel Nobile il suo prodotto di punta: «Dalla seconda metà di agosto la nostra zona è stata interessata da piogge moderate che hanno permesso di recuperare la vendemmia. A fronte di quantità finali leggermente inferiori alla media abbiamo un prodotto di qualità molto buona – spiega il presidente della cooperativa Andrea Rossi – La preoccupazione emerge dai rincari, con bollette fino al triplo dell’anno scorso e materiali raddoppiati di costo, con dinamiche in alcuni casi speculative. Non abbiamo ricevuto aiuti ma nonostante questo cerchiamo di contenere gli aumenti dei prezzi del nostro prodotto: la sfida è trovare un nuovo equilibrio che permetta di mantenere un bilancio sano e rimanere competitivi, soprattutto sul mercato extraeuropeo che non ha subito i nostri rincari». La cooperativa, nata nel 1937, conta 300 soci attivi. Si tratta principalmente di piccoli produttori che da soli non riuscirebbero ad emergere ed a sostenere la variabilità delle annate, invece insieme possono valorizzare il loro lavoro: «Siamo una grande famiglia dove c’è grande solidarietà» conclude Rossi che illustra i progetti futuri: «Puntiamo al turismo enogastronomico, un settore in grande sviluppo: stiamo investendo 2 milioni di euro in un nuovo punto accoglienza per la vendita diretta e per organizzare tour speciali di degustazione, insieme ad un nuovo impianto fotovoltaico per l’energia pulita e sostenibile»
«Di fronte ai cambiamenti climatici e ai rincari le cooperative non si scoraggiano e anzi investono sul futuro con un occhio attento all’ambiente, al benessere dei lavoratori e alla sostenibilità economica dei propri soci – commenta Mario Marchi, presidente di Confcooperative Toscana Sud – a fronte di un’economia che a tratti si dimostra speculativa, le realtà che hanno forti radici nel territorio come le nostre hanno una forza che le mette in condizione di affrontare ogni crisi, grazie a donne e uomini che amano i luoghi in cui vivono e lavorano, e ad un sistema cooperativo reale che crea valore aggiunto anche al di là del prodotto commerciale»