Vino, Col d’Orcia unica cantina toscana ad ottenere Certificazione Equalitas e Chiocciola Slow Wine
Continua il lungo percorso di sostenibilità intrapreso dall’azienda che conferma l’impegno per un futuro più sostenibile
Col d’Orcia, storica azienda vitivinicola di proprietà della Famiglia Marone Cinzano dal 1973, e interamente biologica dal 2013, è oggi l’unica Cantina in Toscana ad aver ottenuto due importanti riconoscimenti: la Certificazione Equalitas, standard che affronta la sostenibilità nel settore del vino secondo i tre pilastri: sociale, ambientale ed economico, – e la Chiocciola di Slow Wine – simbolo assegnato alle cantine che condividono la filosofia di Slow Food, operando in modo consapevole e responsabile nei confronti dell’ambiente e territorio.
La certificazione Equalitas ottenuta riguarda l’aspetto di “Cantina Sostenibile” per le attività di gestione del vigneto, produzione, invecchiamento, affinamento e imbottigliamento in bottiglia di vetro di vini bianchi e rossi fermi.
Un importante traguardo raggiunto all’inizio del mese di ottobre dopo uno scrupoloso audit da parte di Valoritalia, primo ente certificatore delle Denominazioni di Origine del Vino, che, assieme al quotidiano e consapevole impegno di Col d’Orcia per le pratiche sostenibili, sancisce la perfetta integrazione della Società con il territorio e la comunità locale.
Sempre in ambito di sostenibilità, la Guida Slow Wine 2024 ha da poco premiato Col d’Orcia con una Chiocciola, simbolo assegnato alle cantine per il modo in cui interpretano valori (organolettici, territoriali e ambientali) in sintonia con la filosofia di Slow Food, associati a un’eccellente qualità̀ della proposta, e ha insignito Francesco Marone Cinzano con il Premio Speciale alla Carriera. Un riconoscimento ancora più di valore se si considera l’estensione della tenuta che oggi conta 149 ettari vitati a conferma dell’estrema attenzione a garantire vini eccellenti nel rispetto della natura e del territorio.
“Questi riconoscimenti arrivano in un momento molto importante della storia di Col d’Orcia, a 50 anni dalla sua acquisizione. Sono numerosi i momenti da ricordare con orgoglio ma certamente il nostro impegno in ambito sostenibile ha un valore particolarmente grande perché significa che la nostra responsabilità è rivolta alle generazioni future. Col d’Orcia esprime la sostenibilità non solo istituzionale ma in particolare quella della gestione olistica dell’agricoltura, quella della comunità di intenti dell’imprenditore agricolo e di tutto l’universo produttivo che lo circonda”. Afferma Francesco Marone Cinzano, proprietario di Col d’Orcia.
Quest’anno, inoltre, ricorrono 10 anni dalla Certificazione Biologica. A partire dal 2010 è iniziato il processo di conversione al biologico non solo dei vigneti ma anche degli oliveti, seminativi, parco e giardini, che si è concluso nel 2013 rendendo Col d’Orcia un’oasi biologica a Montalcino.
La sostenibilità è un concetto cardine che ispira da sempre la filosofia di Col d’Orcia, dall’attività vitivinicola all’allevamento ovicaprino e di arnie, dalla cantina all’attività agricola fino a quella di agriturismo.
A dimostrazione del continuo impegno aziendale nella ricerca di equilibrio tra uomo e natura, quest’anno è stato redatto il primo Bilancio di Sostenibilità, documento che descrive gli obiettivi aziendali, i traguardi raggiunti e gli impegni futuri nei confronti dell’ambiente, dei lavoratori e della comunità locale.
Tre le direttrici principali che guidano le azioni aziendali verso un futuro più responsabile, che fanno di Col d’Orcia un modello virtuoso, dove tradizione ed innovazione convivono in un’azienda agricola e vitivinicola biologica.
In particolare:
- Cura per l’ambiente e salvaguardia della biodiversità: attraverso le coltivazioni secondo i principi dell’agricoltura biologica, la pratica del sovescio e i prodotti organici; la scelta di materiali sostenibili, tra cui un vetro più leggero per le bottiglie di vino, scatole di imballaggio in cartone riciclato e 100% riciclabile e la progressiva sostituzione di capsule in stagno in favore di quelle in polilaminato; la costruzione di strutture efficienti dal punto di vista energetico, per esempio, attraverso l’uso di pietre del luogo nelle ristrutturazioni dei fabbricati aziendali, o la presenza dal 2017 di un impianto di pannelli fotovoltaici; l’adozione di buone pratiche per preservare la risorsa idrica, facendo uso di un impianto di irrigazione a goccia e introducendo un impianto di depurazione biologica avanzata delle acque reflue; il rispetto della raccolta differenziata per lo smaltimento dei rifiuti; la salvaguardia del patrimonio forestale di 90,64 ettari di superficie boschiva fondamentale per contribuire all’assorbimento di CO2 dall’atmosfera, nonché per garantire la sopravvivenza di specie vegetali e animali autoctoni; la predisposizione di misure ad hoc per tutelare la biodiversità, il paesaggio e l’ecosistema della Val d’Orcia, riconosciuto dall’Unesco come patrimonio dell’Umanità.
- Attenzione ai dipendenti e collaboratori: attraverso programmi di formazione per i dipendenti al fine di accrescerne professionalità e valore; attenzione alle pari opportunità; sviluppo di un ambiente di lavoro sano e positivo, per esempio attraverso l’indagine di clima aziendale che ha permesso di ottenere degli ottimi spunti di riflessione sui quali la Società può migliorarsi; programma di welfare aziendale; introduzione dal 2019 del codice di condotta Amfori Bsci, che ha permesso di formalizzare una politica/procedura di comunicazione rivolta a tutti gli attori aziendali (dipendenti, collaboratori esterni) con lo scopo di garantire che il consumatore non sia mai tratto in inganno dalla comunicazione
- Supporto alla comunità locale: promozione del territorio attraverso visite guidate, degustazioni ed esperienze gastronomiche a “Km zero”; collaborazioni con istituti formativi e università locali per percorsi di stage e progetti didattici che consentono lo sviluppo di competenze pratiche e professionali nel settore;; adesione ad associazioni per la promozione dei vini nei mercati esteri; partecipazione alla Fondazione Territoriale del Brunello di Montalcino per reinvestire parte dei profitti aziendali a beneficio del territorio, con particolare riguardo all’ambito socio sanitario, alla cultura ed al recupero del patrimonio storico ed artistico; socio fondatore del “Comitato per Montalcino Bio”, nato nel 2015 per promuovere nel Comune di Montalcino lo sviluppo dell’agricoltura e degli allevamenti biologici; incessante lavoro di Ricerca e Sviluppo condotto assieme a Università e Istituti di Ricerca, come quello iniziato nel 1989 con il Dipartimento di Ortoflorofrutticoltura dell’Università di Firenze, volta ad esaminare importanti temi viticoli che successivamente sono diventati veri e propri temi di ricerca di interesse per tutto il comparto viticolo