Spiaggiamento di meduse ‘velella vellella’, i consigli dopo il contatto

Non portare le dita agli occhi dopo averle toccate

Si tratta di un fenomeno naturale, indice di pulizia: questo tipo di meduse si trovano quando il mare non è inquinato. A occuparsi dello smaltimento i gestori delle spiagge interessate

Come già accaduto durante la primavera degli anni passati, anche in questi giorni sono visibili sul nostro litorale degli spiaggiamenti di “velella velella”, una specie di medusa nota anche come “barchetta di San Pietro” perché galleggia sulla superficie dell’acqua e viene sospinta dal vento, proprio come una piccola barca a vela. La “velella velella” vive nelle acque temperate e calde di tutti gli oceani e prolifera in certi periodi dell’anno, soprattutto in primavera ed in autunno.

Gli assembramenti di questi organismi planctonici sono a volte così densi da essre facilmente rilevabili anche da lontano, specie quando una lieve brezza increspa il mare calmo. Il loro nuotare alla deriva fa sì che, durante violenti temporali o in condizioni di vento forte e mare mosso, essi vengano depositati in grandi ammassi sulle spiagge. La “velella velella” è innocua e non urticante per l’essere umano, anche se viene sconsigliato di portarsi le dita agli occhi dopo averle toccate in quanto comunque questi animali contengono tossine che utilizzano per uccidere il plancton di cui si nutre e possono arrecare piccoli fastidi.

La presenza della “velella velella” nelle nostre acque è indice di pulizia, infatti questo tipo di meduse si trova solo nel mare non inquinato, ed attrae numerose specie di pesci in vicinanza delle coste, tanto che spesso nelle zone di pesca esse viene anche utilizzata come esca. Quindi gli spiaggiamenti di questi giorni sono fenomeni del tutto naturali. L’unico effetto è l’odore sgradevole della loro decomposizione, che però di solito ha breve durata. A occuparsi dello smaltimento sono gli stabilimenti balneari che hanno in concessione le spiagge.

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