SIENA – preoccupano i dati di Agriturist del 2013
Dati preoccupanti per l’economia rurale, quelli annunciati da Agriturist, l’ Associazione nazionale per l’agriturismo, l’ambiente e il territorio di Confagricoltura: da una rilevazione sugli agriturismi associati, rispetto al 2011emerge un calo delle presenze medio nelle strutture del 12 per cento, con punte di oltre il 20%, nonostante i prezzi siano sostanzialmente uguali degli anni passati. A ciò si aggiungono costi di gestione sempre più alti e la nuova tassa di soggiorno che va ulteriormente ad incidervi in negativo.
Altra pesante mazzata sul settore , dichiara Andrea Pannocchieschi d’Elci, Presidente di Agriturist Siena sarà “in luglio, dalla Tares, che si annuncia più pesante, almeno del 25%, rispetto alla precedente imposta sullo smaltimento dei rifiuti”, alla luce di questi dati, aggiunge,“Il Governo (quale che sarà) – suggerisce Andrea Pannocchieschi d’Elci – dovrà immediatamente adottare provvedimenti a sostegno del turismo, sui versanti della promozione internazionale, del contenimento dei costi delle imprese e della lotta all’abusivismo. La gran parte delle aziende agrituristiche, in particolare, è giovane, ha recentemente investito e deve sopportare mutui molto pesanti.
Senza un forte rilancio della domanda, non è possibile mantenere l’occupazione e, in molti casi, addirittura proseguire l’attività. Consideriamo poi che l’agriturismo è un supporto sempre più importante per l’agricoltura, che pure oggi sta affrontando tante difficoltà: se continua così, rischiamo davvero di mettere in ginocchio l’economia delle nostre campagne”. Nella provincia di Siena, infatti, per quanto l’economia agrituristica sia riuscita a tenere un po’ meglio rispetto a quella nazionale con un numero medio di pernottamenti di stranieri (i quali aumentano di quasi il 4 per cento come presenze relative) invariato rispetto agli anni passati, la presenza di dei turisti tende a concentrarsi sempre di più duraante le festività e sempre meno durante gli altri periodi degli anni. Un dato che non fa presagire nulla di buono, a livello gestionale.