Sfruttamento delle acque reflue domestiche e industriali per uso irriguo: alcune considerazioni
L’estate 2022 è stata un sonoro campanello di allarme che ha creato un forte senso di consapevolezza nella popolazione della crisi idrica che stiamo vivendo in Italia e in Europa da diversi anni.
Da una parte abbiamo avuto il fortissimo calo delle precipitazioni, che quest’anno si sono quasi dimezzate rispetto al solito, mentre dall’altra abbiamo l’eccessivo sfruttamento e spreco delle risorse idriche italiane ed europee.
Gli sprechi sono riconducibili a diversi fattori:
- L’eccessivo sfruttamento di acqua all’interno dell’ambiente domestico e industriale. Siamo abituati a sprecare moltissima acqua (che spesso e volentieri non viene riciclata) durante le nostre routine quotidiane;
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- La dispersione di acqua all’interno della rete idrica nazionale. A causa degli impianti ormai obsoleti e della scarsa manutenzione, ogni secondo fuoriescono circa 104.000 metri cubi di acqua che vengono così dispersi;
- Lo sfruttamento delle risorse idriche destinati ad altri fini per scopi irrigui in ambito agricolo. Le scarse precipitazioni hanno portato gli agricoltori a sfruttare risorse differenti. La conseguenza è stata il terribile scenario di fiumi, laghi, torrenti e canali di irrigazione completamente prosciugati.
La convergenza di questi fattori porta ad un calcolo molto allarmante: ogni giorno in Italia si sprecano quasi 9 miliardi di metri cubi di acqua.
Lo spreco e il riciclo delle acque reflue per combatterlo
Lo spreco di acqua non è completamente eliminabile, ma si potrebbe modificare la fonte da cui attinge l’agricoltura per i suoi scopi, preservando così le fonti.
Il settore è in forte difficoltà e i costi derivanti dall’irrigazione vengono acuiti dall’aumento dei costi di materie prime, energia, carburanti e inflazione.
Sfruttare le acque reflue domestiche e industriali per l’irrigazione porterebbe così nel medio – lungo periodo a porre rimedio alla crescente desertificazione del territorio italiano. Nel breve periodo, invece, potremmo riuscire ad abbattere, almeno parzialmente, i costi dell’agricoltura e dei suoi prodotti alimentari.
In questo modo potremo anche evitare che migliaia di aziende soffrano più del dovuto la crescente crisi economica del nostro Paese.
Acque reflue domestiche e industriali: cosa sono e come vengono trattate
Proprio l’Europa, negli scorsi mesi, ha stabilito alcune linee guida per combattere la crescente siccità, tra cui i parametri che devono rispettare le acque reflue domestiche e industriali per essere riutilizzate in agricoltura.
Le acque reflue industriali sono le acque di scarto dei processi di lavorazione che avvengono all’interno di edifici dove si svolgono attività commerciali ed industriali. Ad esempio, si possono depurare le acque provenienti dalle cucine di un ristorante o di un bar.
Le linee guida prevedono che queste acque, che normalmente verrebbero scartate, subiscano l’eliminazione di componenti organiche e inorganiche che sarebbero dannose per l’organismo umano.
Moltissime realtà imprenditoriali italiane hanno così sviluppato degli impianti per il trattamento delle acque reflue industriali, in modo da depurare le acque e convogliarle in apposite cisterne per essere disponibili per l’agricoltura. All’interno della pagina citata potrete leggere l’articolo di approfondimento che ci sentiamo di consigliarvi di Dora Baltea, azienda specializzata nella progettazione di sistemi di depurazione di acque reflue industriali, con la possibilità di conoscere nello specifico il funzionamento di ogni soluzione che rendono disponibile.
In questo modo potremo sfruttare nel migliore dei modi gli scarti e gli sprechi dell’uomo, per reintrodurli in agricoltura, abbattendo così l’utilizzo delle fonti naturali.