Quali sono i sistemi pensionistici e quale di questi viene adottato in Italia
L’argomento che riguarda i sistemi pensionistici è di grande importanza in ogni società. Difatti, proprio analizzando il sistema pensionistico di ogni Paese, è possibile comprendere più a fondo l’approccio economico e sociale dello Stato stesso. Inoltre è possibile anche capire meglio la sua cultura e la sua storia. Ma quali sono i diversi sistemi pensionistici che vengono adottati nelle varie parti del mondo? Cerchiamo di capirne di più, per poi soffermarci in particolare su quello che viene adottato in Italia.
Il sistema pensionistico in Italia
In Italia, come in molti altri Paesi, uno degli aspetti fondamentali riguardanti i contributi pensionistici è l’obbligatorietà del versamento nei tempi stabiliti (in merito è interessante l’approfondimento del sito regime-forfettario.it, specializzato in tematiche fiscali, che spiega cosa succede se non si pagano i contributi INPS) dato che il rispetto di questa pratica, che coinvolge datori di lavoro e lavoratori stessi, rappresenta una componente essenziale per garantire un sostegno economico adeguato ai pensionati.
Nel nostro Paese il sistema pensionistico si basa sulla ripartizione. È gestito dall’INPS, che vuol dire Istituto Nazionale della Previdenza Sociale. È un sistema pubblico, che è obbligatorio per tutti i lavoratori, e si basa sul metodo contributivo.
L’INPS comprende delle forme pensionistiche complementari e integrative, le quali spesso sono gestite da enti o fondi pensione. L’altro elemento su cui si basa l’INPS è rappresentato dai piani pensionistici individuali, facoltativi o incentivati dal punto di vista fiscale.
I vari sistemi pensionistici nel mondo
I sistemi pensionistici possono essere classificati in varie categorie, tenendo conto del loro funzionamento e della loro struttura. Per esempio, c’è il sistema a ripartizione, che è quello valido anche in Italia. In questo modello i contributi dei lavoratori vengono utilizzati per pagare le pensioni dei pensionati. Significa che i lavoratori attuali contribuiscono a pagare i pensionati in un determinato corrispettivo di tempo. Per questo si dice che è un sistema basato sulla solidarietà intergenerazionale.
Possiamo poi distinguere i sistemi a capitalizzazione: i contributi individuali vengono accumulati in un fondo pensione e il suo rendimento determina l’ammontare della pensione futura.
Il sistema misto combina elementi sia della ripartizione che della capitalizzazione. Ci sono poi sistemi pensionistici obbligatori e facoltativi, che possono differire a seconda delle legislazioni dei vari Paesi.
Alcuni esempi internazionali
Analizziamo adesso i sistemi pensionistici in vigore in alcuni Paesi del mondo, per comprendere meglio come vengono strutturati in alcuni Stati molto conosciuti. Negli Stati Uniti, per esempio, viene proposto un sistema pensionistico che unisce la previdenza sociale pubblica a piani pensionistici privati.
In Svezia, invece, è in vigore un sistema pensionistico dalle caratteristiche molto avanzate. Si tratta di combinare un sistema a ripartizione con un piano di capitalizzazione individuale.
Il caso italiano in rapporto all’aspetto demografico
In Italia il dibattito sul sistema pensionistico è spesso oggetto di attenzione sia politica che sociale. Ci sono alcune riforme recenti, come, per esempio, la legge Fornero, che hanno cercato di rispondere agli aspetti posti dall’invecchiamento della popolazione. La legge Fornero ha voluto anche basarsi sulla sostenibilità finanziaria. Ma è chiaro che, poiché la pressione demografica e l’evoluzione del mercato del lavoro, il sistema deve essere in continuo adattamento.
Se si confronta il sistema italiano con quelli di altri Paesi europei, come, ad esempio, la Francia o la Germania, è possibile notare una tendenza comune verso un equilibrio che riesca a sostenere equità e sostenibilità. Alcuni Paesi, in questo contesto, hanno scelto un aumento dell’età pensionabile, altri stanno esplorando modelli più flessibili e sistemi basati su contributi definiti.
Guardando al futuro, emerge chiaramente l’aspetto secondo il quale i sistemi pensionistici dovranno adattarsi ad un mondo in rapida evoluzione, richiedendo un ripensamento continuo dei modelli, in seguito all’incremento dell’aspettativa di vita e ai cambiamenti del mercato del lavoro.