Ovoverso Mondo. Il Principio e il suo Divenire
La serie di sculture di Giuseppe Bartolozzi e Clara Tesi sparse per il centro storico di Pistoia
Forse verrà in mente a molti ma nella storia della nostra mistica occidentale, Ildegarda di Bingen, che si dice avesse visioni, rivelazioni, legate a forti emi rati, come è stato poi descritto anche dalla scienza). L’uovo ha sicuramente una moltitudine di significati: da quello della nascita a quello dell’identità a quello della perfetta geometria (si pensi a Piero Dell Francesca, più vicini ai giorni nostri Fabergé nel lusso, Piero Manzoni nell’arte, Saul Steinberg nel disegno, per esempio), gli argomenti sono molti e la figura di questo peculiare elemento è davvero feconda. Come sottolineano i due autori della serie di sculture Ovoverso Mondo. Il principio e il suo divenire, Giuseppe Bartolozzi e Clara Tesi, “Uovo crea uovo, l’innumerevole è garanzia di vita, lo dimostra la stragrande copiosità degli agenti fecondatori nei fiori per le api, dei frutti moltiplicatori di semi nelle piante, e così per l’uomo con i cento e più milioni di cellule seminali”. Queste opere, che ripercorrono appunto il tema dell’uomo, sono collocate in più punti della città di Pistoia. Si possono trovare all’esterno come all’interno di strutture, e non sarà di certo difficile imbattersi in queste creazioni (per esempio, in Piazza San Bartolomeo, al bivio di Via Curtatone e Montanara, all’interno dello storico bar Valiani) proprio per sottolineare ancora di più che “siamo circondati” da questa potenza creatrice che è principio dell’esistenza. In più, ciò che viene creato esiste nella sua unicità rispetto alle altre cose create. E questo è un altro principio: la diversità e la continuità dell’identità, il proprio divenire, il proprio modificarsi pur mantenendo l’identità originaria, appunto ab ovo.
Il principio e il divenire nell’invenzione artistica che vengono ricordate in queste uova, come le strutture nascoste di Arnaldo Pomodoro, schiudono un mondo che è tanto piccolo quanto immenso, come le nostre identità, tanto insignificanti quanto fondamentali per il nostro reciproco riconoscimento e per la nostra continuità.
Di Riccardo Gorone
Servizio fotografico di Sandro Nerucci