La Donna Volubile di Goldoni incanta Firenze: successo al Teatro della Pergola e al Festival delle 11 Lune
Firenze, 8 agosto 2021 – Grande successo per La donna volubile di Carlo Goldoni, andato in scena a maggio 2021 presso il prestigioso Teatro della Pergola di Firenze, uno dei teatri più antichi e storicamente rilevanti d’Italia. Lo spettacolo, diretto con eleganza e ritmo serrato, ha saputo restituire la vivacità del testo originale goldoniano, portando sul palco un cast di attori in una produzione che ha saputo coniugare tradizione e innovazione.
Il debutto fiorentino è stato seguito da un’accoglienza calorosa anche fuori città: la produzione è stata infatti selezionata per partecipare al Festival delle 11 Lune di Peccioli, dove è stata rappresentata nel mese di luglio, riscuotendo nuovamente ampi consensi da parte di pubblico e critica.
Al centro della scena, la figura della protagonista femminile – la “volubile” del titolo – si è mossa tra equivoci e passioni, mostrando tutta la brillantezza dei dialoghi goldoniani. Ma a rendere particolarmente originale questa messa in scena è stata anche l’interpretazione del personaggio di Brighella, affidata all’attore Antonio Cocuzza, che ha saputo donare nuova linfa al servitore tipico della Commedia dell’Arte.
Brighella parla siciliano: una reinterpretazione audace e riuscita
La produzione si è distinta per l’originalità dell’approccio: il cuore dello spettacolo risiedeva infatti nella volontà di rivisitare i personaggi della Commedia dell’Arte attraverso i dialetti e gli accenti reali degli interpreti. Una scelta audace e riuscita, che ha donato nuova vitalità ai caratteri tradizionali senza snaturarne l’essenza.
Così, ad esempio, Pantalone, solitamente legato al dialetto veneto, ha acquisito una nuova identità parlando in marchigiano, mentre Dottor Balanzone, icona della bolognesità, si è espresso con inflessione romana, ribaltando le aspettative e introducendo un effetto comico originale e stimolante.
Un elemento distintivo dello spettacolo è stata proprio la scelta di tradurre il personaggio di Brighella nel dialetto siciliano, mantenendo la coerenza con la lingua originale ma inserendo un elemento di forte caratterizzazione regionale. L’operazione, curata dallo stesso attore Antonio Cocuzza, ha richiesto un approfondito lavoro di riscrittura e adattamento, che ha permesso al personaggio di risuonare in modo autentico e coinvolgente agli occhi del pubblico contemporaneo.
L’uso del dialetto non è risultato un semplice vezzo stilistico, ma ha saputo enfatizzare l’energia farsesca e la dimensione popolare del personaggio, con esiti sorprendenti: Brighella in siciliano ha conquistato risate e applausi, creando un forte contrasto con il linguaggio più formale degli altri personaggi e contribuendo alla dinamica scenica con grande efficacia.
La performance di Antonio Cocuzza è stata accolta con entusiasmo da parte del pubblico, che ha apprezzato l’originalità dell’interpretazione, la padronanza espressiva e l’abilità nel muoversi tra i codici della Commedia dell’Arte e la sensibilità moderna. Il suo lavoro ha arricchito lo spettacolo di una nota distintiva, senza snaturare l’anima goldoniana della pièce.
Un progetto che guarda lontano
A completare l’allestimento, i costumi curati da Elena Bianchini, realizzati in collaborazione con Carlo De Marino, hanno saputo reinterpretare l’estetica del Settecento con tocchi contemporanei e giochi cromatici raffinati. Lo stesso Carlo De Marino ha firmato l’intera scenografia, giocando con elementi simbolici e strutture mobili, capaci di creare spazi dinamici e perfettamente funzionali al ritmo brillante della commedia.
La partecipazione a due palcoscenici di prestigio come il Teatro della Pergola e il Festival delle 11 Lune conferma l’alto livello della produzione, e sottolinea come il teatro classico possa ancora sorprendere attraverso scelte coraggiose e interpretazioni personali. La donna volubile si è dimostrata uno spettacolo vivo e capace di parlare al pubblico di oggi, anche grazie a contributi attoriali di forte impronta creativa come quello di Antonio Cocuzza.