Criptovalute: che previsioni per i prossimi 10 anni?

Da quando hanno fatto irruzione sul mercato non è stato fatto altro che interrogarsi sulla bontà e sul futuro delle criptovalute. Il presente, però, parla di una realtà molto solida ed il futuro ci porta verso soluzioni inaspettate fino a qualche anno fa. Intanto il successo di Bitcoin si allarga, basta guardare i trend che parlano di sempre più ricerche sul come investire in criptovalute.

Quale futuro per Bitcoin?

Innanzitutto partiamo dal presupposto che il prezzo dipenderà molto dall’adozione, intesa sia come numero di persone che useranno questi strumenti, sia come tipo di utilizzo che se ne farà. Bisogna poi considerare la possibilità che di tutta la galassia delle cripto che vediamo oggi, alla lunga, possa finire col sopravvivere solo bitcoin (e al massimo un paio di altri progetti), ma potrebbe anche darsi il contrario, che da qui ai prossimi 20 anni il numero di progetti sia aumentato esponenzialmente.

Dal momento che il numero di monete disponibili è limitato un’altra variabile è rappresentata dall’uso che si fa di queste monete; ovviamente maggiore sarà il numero delle transazioni e maggiori saranno le quotazioni che bitcoin potrà raggiungere.

La rivoluzione delle criptovalute

Inutile negarlo, le criptovalute stanno cambiando lo scenario economico. Il futuro prossimo delle criptovalute sembra essere ricco e fruttuoso. Secondo alcuni esperti entro la fine del decennio quindi nel 2030 la blockchain riuscirà a raggiungere circa 1 miliardo di utenti. Sempre entro la fine del decennio la maggior parte delle startup tecnologiche avrà sviluppato una sua componente crittografica. Molto probabile la nascita di nuove blockchain. In particolare saranno le blockchain più grandi a dare campo libero per la nascita di applicazioni che oggi non sono neppure immaginabili.

Uno dei limiti degli attuali sistemi di pagamento con moneta elettronica riguarda i costi sui micropagamenti.

Acquistare un prodotto che costa un euro o meno con la carta di credito o altri sistemi di pagamento più avanzati, infatti, risulta antieconomico sia per il commerciante che per il cliente.

Secondo il capo della divisione criptovalute della Visa, il noto circuito di pagamento con carte, il problema attuale potrebbe essere superato nei prossimi anni utilizzando una nuova unità di conto del valore di una frazione di centesimo di euro (o di dollaro), da far derivare in particolare dal bitcoin. Come fa notare Cuy Sheffield, il bitcoin ha una unità di conto frazionale molto piccola che si chiama Satoshi (dal nome dell’inventore) e il cui valore è inferiore al centesimo di euro. Se si unisce questa piccolissima unità di conto monetaria, che lui chiama “sat”, al fatto che il bitcoin può viaggiare gratis sulla rete di pagamento veloce Lightning Network, ecco che i micropagamenti acquistano senso e diventano economicamente vantaggiosi per tutti.

Infine in un futuro poi neppure tanto lontano è possibile che anche sulle criptovalute diventi necessario introdurre un qualche copertura assicurativa. Del resto il mercato crypto è un’industria che vale ben 200 miliardi di dollari ed è già questo numero ad aprire la porta alla necessità di introdurre una qualche forma di copertura assicurativa. Non ci sarebbe nulla di cui stupirsi.

A preoccupare è il boom dei furti e delle frodi che si sono registrate negli ultimi tempi. Un dato su tutti: secondo CipherTrace, una società di ricerca sulla sicurezza, ben 4 miliardi di dollari di valute digitali sono spariti a causa dell’azione degli hacker.

 

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