Da Pioli a Vanoli: com’è cambiata la Fiorentina 25/26

La stagione 2025/26 della Fiorentina ha vissuto una svolta significativa con l’esonero di Stefano Pioli a novembre, dopo un avvio di campionato particolarmente deludente. La squadra, sotto la guida dell’ex allenatore, non era riuscita a ottenere nemmeno una vittoria in Serie A, accumulando tensioni all’interno dello spogliatoio e critiche da parte dei tifosi, scivolando nella zona rossa della classifica e a rischio retrocessione in Serie B. Il cambio alla guida tecnica è arrivato con Paolo Vanoli, scelto dalla dirigenza viola per riportare stabilità e continuità dopo un periodo contraddistinto da prestazioni inconsistenti.

La gestione Pioli era caratterizzata da una ricerca di equilibrio tra gioco offensivo e copertura difensiva, con un modulo che spesso oscillava tra il 4-3-3 e il 3-5-2 a seconda dell’avversario. Tuttavia, le difficoltà principali risiedevano nella mancanza di incisività sotto porta e nella fragilità difensiva in situazioni di contropiede. Gli schemi apparivano prevedibili e la squadra faticava a imprimere un ritmo costante alle partite. La crisi generale ha inglobato purtroppo anche Moise Kean, la punta di diamante della rosa, in un momento in cui anche la Nazionale ne avrebbe bisogno per sperare nella qualificazione ai Mondiali. In estate le aspettative su di lui erano altissime, ma oggi sono in pochi a credere che l’attaccante possa risollevare da solo le sorti dei gigliati e anche le quote sul capocannoniere della Serie A indicano ormai altri nomi per il titolo di miglior goleador del campionato, nonostante la classifica marcatori sia ancora corta.

Con l’arrivo di Vanoli, la Fiorentina ha intrapreso un percorso di sostanziale continuità tattica: l’allenatore ha scelto di non stravolgere il modulo esistente, confermando la linea a tre nel 3-5-2 e puntando su una gestione più razionale della rosa. L’obiettivo principale della nuova gestione è quello di consolidare la struttura difensiva, migliorare l’efficienza offensiva ma soprattutto ricreare un ambiente sereno che permetta ai giocatori di esprimersi senza la pressione esasperata che aveva caratterizzato i mesi iniziali di campionato, ricercando, come tra l’altro ammesso dallo stesso allenatore, quei valori che ad oggi sembrano persi. La continuità, secondo Vanoli, rappresenta la chiave per ristabilire una fiducia collettiva e ridurre gli errori individuali che avevano pesantemente influito sui risultati.

Un aspetto evidente della transizione tra le due gestioni è la diversa gestione delle rotazioni e delle responsabilità dei giocatori chiave. Pioli puntava molto sulle gerarchie consolidate, spesso trascurando la valorizzazione dei giovani e le possibili alternative tattiche. Vanoli, invece, ha introdotto una maggiore fluidità negli inserimenti dei centrocampisti e degli esterni, cercando di rendere più dinamica la manovra offensiva senza sacrificare la compattezza difensiva. Questa strategia ha permesso, nei primi incontri sotto la sua guida, di ridurre il numero di occasioni concesse agli avversari e di aumentare le transizioni rapide, elemento mancato con la gestione precedente. Una differenza chiara, inoltre, riguarda i quinti di centrocampo che, sotto la gestione Vanoli, assumono un ruolo chiave, con grande responsabilità nel creare superiorità sulle fasce e arrivare in area

Sul piano statistico, i primi dati sotto Vanoli mostrano un miglioramento nelle percentuali di possesso palla e nella conversione delle occasioni da gol, benché la squadra debba ancora trovare la continuità necessaria per scalare posizioni in classifica. L’approccio pragmatico dell’allenatore sembra privilegiare la solidità difensiva e la gestione intelligente del ritmo, lasciando spazio a Kean e agli altri attaccanti per cercare la giocata decisiva senza forzature.

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