Fire! live@ Sala Vanni (16 febbraio 2018, Firenze)

 

maxresdefaultIl trio jazz più anarchico d’Europa approda a Firenze proponendo il loro ultimo album The Hands che mescola hardcore, stoner e jazz (che poi i più chiamano jazzcore, ma è davvero riduttivo). Il trio capitanato da Mats Gustafsson (gigante del sax, come anche il suo sax, del resto) ha fatto tremare le pareti di Sala Vanni con le sue vibrazioni. Sax Baritono, basso elettrico, batteria ed olio di gomito. “Piccola” parentesi noise concesse attraverso l’utilizzo di modulare filtrato da molti effetti a pedali. Quando Gustafsson lasciava il sax, si divertiva ad andare alla sua postazione e iniziava a generare fischi, detonazioni varie e deflagrazioni al limite dell’intimo.

Come dicevo, il tellurico trio svedese/norvegese, ha suonato dal primo all’ultimo pezzo (non necessariamente in questo ordine), il loro ultimo disco, fatto di dinamiche, di passaggi: dai rumorismi fino all’indigenza strumentale, ma non per questo anche sonora.

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Un post condiviso da Gorot (@tristero_empire) in data: Feb 17, 2018 at 8:24 PST

Il trio ha difatti mostrato una grande versatilità e sintonia nel riproporre la loro musica. I momenti più belli sono arrivati proprio con la title track e nella conclusiva I Guard Her To Rest. Declaring Silence. Esperienza sicuramente interessante per gli appassionati di jazz, assolutamente imperdibile per coloro che hanno stimato i lavori dei nostri artisti autoctoni come Zu, per esempio, o le altre sperimentazioni alla Halvorson o alla ricerca di Colin Stetson (Mats Gustafsson e Stetson hanno difatti condiviso i loro suggestivi concerti in solo e sembrava scontro tra titani). Ma qui non c’è tempo per gli scontri corpo a corpo perché siamo passati direttamente all’artiglieria pesante. Al loro segnale hanno scatenato l’inferno. Fuoco!

Riccardo Gorone

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