Artigianato in crisi, l’sos parte dal Nuovo Conventino

“Palazzo Vecchio non ci dimentichi”. E’ l’appello degli ultimi artigiani del Nuovo Conventino, “gli unici regolari” come tengono a precisare che, entrati 25 anni fa nella struttura di via Giano Della Bella con laboratori e attrezzatura a seguito, hanno resistito al progressivo spopolamento del palazzo trasformatosi, nell’arco di un decennio, da centro di laboratori artigiani a dormitorio e rifugio per senzatetto.

Un incubo che ha assunto il sapore della beffa tre giorni fa con il blitz durante il quale Polizia Municipale e servizi sociali hanno tentato di sgomberare lo stabile offrendo una sistemazione alla popolazione  di irregolari che da anni vive nella struttura.

“Sono almeno dieci anni – spiega Gianni Laudato artigiano e  portavoce delle ultime tre attività ancora in funzione nel complesso – che il Nuovo Conventino è in balia di chiunque, senza sorveglianza, manutenzione e interesse da parte del Comune che non ha mai speso un soldo neanche per riparare una porta. Mentre adesso – continua – ci tocca assistere alla spesa di soldi pubblici per “sistemare” persone che sono entrate qui abusivamente, senza alcun titolo e distruggendo quel che rimaneva del Nuovo Conventino”.

Situazione aggravata dalla lettera di sfratto che quindici giorni ha raggiunto anche gli artigiani. Risultato? Tre mesi di tempo per lasciare la struttura e trasferire l’attività. “L’interessamento del Comune – racconta Laudato – verso i senzatetto deriva solo dall’intenzione di vendere lo stabile e metterlo a rendita così mentre gli abusivi avranno in cambio una sistemazione, noi artigiani regolari veniamo lasciati sulla strada”.

L’ultima speranza, quella di un trasferimento nei fondi restaurati del Vecchio Conventino, struttura attigua che ospita attività di artigianato artistico, si è spenta 4 mesi fa dopo il no del vicesindaco Dario Nardella. “Ci era stata promessa una sistemazione alternativa – spiega – che tutelasse le nostre attività, ma senza alcuna spiegazione ci è stata negata. E adesso è arrivato pure lo sfratto”.

Sfratto che rischia di far chiudere bottega a alle quattro famiglie di artigiani. “Non capiamo perché il trasferimento nella nuova struttura non sia più possibile considerato che in questo uno sfratto significherebbe per noi la strada. Chiediamo – conclude Laudato – a chi giorno si schiera a fianco dell’artigianato fiorentino di ascoltarci per cercare insieme una soluzione alternativa che non sia la chiusura delle nostre attività.”

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